Volendo approfondire i contenuti del precedente articolo riguardante i contenuti del convegno Mobility Intell. Taxi and Mobility Update 2016 tenutosi a Bruxelles il 23 e 24 giugno  scorsi, il concetto di trasporto intermodale o di mobilità integrata è sempre in primo piano.

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Il “millennials” nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni (detti anche Generazione Y) entro i prossimi 10 anni rappresenteranno la maggioranza della forza lavoro e quindi dei viaggiatori.

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Già oggi questi giovani, soprattutto nelle grandi città, hanno sempre meno bisogno della patente e di un’auto propria, ma utilizzano per spostarsi i nuovi modelli della mobilità come il bike-sharing, il car-sharing, il ride-sharing.

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Il taxi deve inserirsi nel mercato globale del trasporto locale nel rispetto delle sue peculiarità. Nuove app che offrono vari mezzi di trasporto includono anche i taxi.

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E’ importante che i taxi siano integrati nel trasporto intermodale, adeguando le regole alle nuove tecnologie.

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Per esempio ad Hannover è possibile avere un unico biglietto che integra il trasporto pubblico, il car-sharing, il taxi, le ferrovie, il bike-sharing e altri servizi.

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A Singapore e Shangai apposite carte possono essere utilizzate per pagare il taxi.

Un altro aspetto essenziale dell’integrazione intermodale è l’integrazione “fisica”

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Lo studio delle aree di sosta e del passaggio dei vari mezzi, p.es. in prossimità di aeroporti o stazioni, deve rispettare TUTTI i soggetti interessati, senza penalizzare nessuno.

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I viaggiatori d’affari sono una nicchia d’utenza importante per i taxi. La sicurezza, la qualità del servizio, l’utilizzo della tecnologia, il POS sono fattori essenziali per i viaggiatori business.

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Le aree di miglioramento evidenziate in generale per i taxi sono la tecnologia, l’integrazione intermodale, la sicurezza, l’accessibilità per i disabili, la sostenibilità ambientale (mezzi ecologici), il design.

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