Dal 2015 il TAM si è “affacciato” alla realtà europea e mondiale del settore taxi.

Abbiamo iniziato a partecipare ad eventi internazionali, nel novembre 2015 e poi ancora nel novembre 2017 la Fiera del Taxi di Colonia, con il contorno delle conferenze organizzate da BZP (il sindacato maggior tedesco del settore); abbiamo preso parte alle riunioni semestrali del Taxi Group di IRU (sindacato mondiale che rappresenta il trasporto persone e merci su strada) a Ginevra e Vienna. Con IRU abbiamo anche partecipato ad un lobbying day presso la Commissione Euopea a Bruxelles nel 2016.

Inoltre nel 2015 ad Amsterdam e nel 2016 e 2017 a Bruxelles abbiamo seguito le conferenze di Mobility Intelligence. Col passar del tempo il livello di questi incontri si sta facendo sempre più interessante, gli interventi dei vari relatori danno uno spaccato realistico della situazione nei vari paesi.

Non avendo un taglio specificatamente politico/sindacale, si riesce ad avere una visione più complessiva della situazione, dal punto di vista di persone di spicco che operano in varie nicchie.

L’organizzatore Wim Faber è riuscito quest’anno nell’intento di offrire ai presenti un evento di sicuro interesse.

Ha aperto i lavori della prima giornata (giovedì 4 maggio) Shwetha Surender di Londra ribadendo alcuni concetti chiave che avevamo già sentito: il mondo della mobilità ha subito un cambiamento epocale con l’avvento delle nuove tecnologie e in particolare degli smartphone. Lo smartphone ci consente di essere sempre connessi. In un mondo globale dove i millennials (la generazione del nuovo millennio ed esattamente tutti coloro nati dopo il 1980, che hanno la caratteristica di essere la prima generazione al mondo ad essere nata nel mondo della comunicazione globale dove tutto è connesso e relazionato) saranno a breve la maggioranza della popolazione e tra 10 o 20 anni saranno la classe dirigente il concetto di mobilità è profondamente cambiato. Se il nostro sogno di diciottenni era acquistare la prima auto, simbolo di libertà, i millennials non hanno questa necessità. Sono passati dal concetto di possesso al concetto di utilizzo del bene.

Se oggi gli iscritti al car-sharing sono 9 milioni, nel 2030 saranno 30 milioni (in Gran Bretagna).

Il futuro è un’unica app che consenta di usufruire di tutti i servizi necessari per spostarsi: parcheggio, car-sharing, bike-sharing, noleggio di un’auto, car-pooling, mezzi pubblici urbani ed extraurbani su gomma e rotaia, treni, aerei, ecc. Non stiamo parlando di un futuro ipotetico, stiamo parlando di un’app che esiste già MaaS-Mobility as a Service, che in alcuni paesi è allo studio e in altri è già operativa.

Come ha ben spiegato Sampo Hietanen di Helsinki, ideatore e CEO di MaaS Global, in Finlandia MaaS è operativa e funzionante. Uno degli obiettivi è la disincentivazione al possesso dell’auto privata. Solo la perfetta sincronizzazione dei vari mezzi di trasporto, la perfetta intermodalità porterà alla rinuncia dell’auto di famiglia. Dando per scontato il buon funzionamento dei mezzi pubblici, la mancanza dell’auto viene compensata con la possibilità di noleggiare un’auto per poche ore o per il week end o le ferie. Tutto questo con un abbonamento mensile a punti che consente di utilizzare i servizi necessari.

Ovviamente anche il taxi fa parte di questi servizi di mobilità e deve essere inserito in questi circuiti.

L’app consente di verificare la disponibilità di uno o più servizi in anticipo, consente di prenotare, di avere la certezza del prezzo e di pagare.

Dal punto di vista della responsabilità civica e sociale, ormai da anni si parla della congestione del traffico nelle grandi città (che saranno sempre più popolate in futuro con conseguente aumento della richiesta di mobilità), dalla scadente qualità dell’aria che respiriamo a causa dell’inquinamento (con gli obiettivi di qualità dell’aria richiesti ai paesi membri dalla Comunità Europea), dei costi sociali dovuti alle malattie derivate all’inquinamento, dei problemi di sicurezza e per l’ambiente.

Serge Metz di Parigi, che dichiara che a Parigi il 40% delle chiamate taxi arriva via app. Questo è un dato molto interessante sulla probabile tendenza futura (da noi attualmente si aggirano sul 5%).

Kaan Yildizgoz di UITP (con cui abbiamo collaborato come TAM nell’organizzazione e svolgimento della giornata di studio sul settore taxi a Milano nel giugno 2015 in occasione dell’evento mondiale UITP) ha ribadito che il futuro sono i taxi ad emissione zero.

Il trasporto pubblico e il taxi del futuro come sarà? Elettrico, connesso, condiviso.

A Pechino ci sono 7000 taxi elettrici, ad Amsterdam in collaborazione con Tesla ci sono in strada numerosi taxi elettrici, a Londra dal 2018 potranno essere immatricolati solo taxi ad emissione zero.

A tal proposito Simon Buggey di TfL-Transport for London, dichiara che Londra ha stanziato 65 milioni di sterline per finanziare 9000 taxi a emissioni zero entro il 2020.

E’ chiaro che le istituzioni si devono impegnare in modo concreto per finanziare in modo significativo l’acquisto di nuovi taxi elettrici.

Al termine della seconda giornata seguirà l’ultima parte della relazione.

DSC00828DSC00838DSC00839DSC00843DSC00846DSC00917