Il TAM informa la categoria che il Gruppo UBER ha proposto l’attesa causa ordinaria citando in giudizio le associazioni, i radiotaxi e i singoli tassisti che, in rappresentanza di tutto il settore taxi, avevano ottenuto il provvedimento con il quale il Tribunale di Milano aveva ordinato lo STOP a livello nazionale del servizio UBER-POP. La prima udienza si svolgerà orientativamente a metà dicembre.

Con questa nuova causa, il Gruppo UBER tenta di:

(a) dimostrare che non fa concorrenza sleale ai taxi;

(b) far annullare il provvedimento di STOP del servizio UBER-POP così da riattivarlo e poterlo di conseguenza estendere su tutto il territorio nazionale (anche in città diverse da quelle in origine interessate);

(c) portare il giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (cosa che il Tribunale di Milano lo scorso luglio gli ha negato).

Questo nuovo processo (che potrà durare un anno o anche di più), tuttavia, non sospende gli effetti del provvedimento del Tribunale di Milano e, pertanto, il servizio UBER-POP non può essere nel frattempo riavviato, salvo diverso e nuovo ordine del giudice. Come ultimo dato si segnala la nota ‘curiosa’ che il Gruppo UBER ha deciso di attuare una sorta di forum-shopping spostando la questione dal Tribunale di Milano a quello di Torino… questo ci pare sintomatico della strategia di questa Multinazionale: fuggire da chi gli dice di NO mettendo loro davanti alle proprie responsabilità e al rispetto della legge, sperando così di trovare altrove lidi ritenuti più sicuri.

Ad ogni modo, noi ci saremo nuovamente. Noi difenderemo – anche di fronte a questo nuovo Tribunale, anche di fronte a questo nuovo giudice – gli interessi della categoria e i risultati raggiunti nei mesi scorsi; non scordandoci che già quattro giudici a Milano ci hanno dato ragione!!!

In modo compatto, pertanto, sia a livello locale che a livello nazionale, abbiamo dato mandato all’Avv. Marco Giustiniani e allo Studio Legale Pavia e Ansaldo di difenderci anche in questa nuova e lunga battaglia.

La guerra per il nostro lavoro non è finita… non possiamo abbassare mai la guardia di fronte a potenze economiche come il Gruppo UBER… dobbiamo anche ora essere tutti compatti: e non solo coloro che hanno avuto il coraggio di metterci la faccia mettendo a rischio la propria persona, ma anche tutti coloro che guidando giornalmente un taxi hanno a cuore il valore del proprio lavoro.